"Come vorrei trovare tanti e tanti amici ed insieme ricostruire la Terra perchè solo così il Cielo si fa più vicino" ( Baba Fulgenzio )
31 ottobre 2010
Kijiji cha Furaha
Tanzania
Testimonianza
Sono passati più di due mesi ormai dal mio arrivo.
L'aereo è decollato da Malpensa in una mattina d'agosto limpida, il cielo era colorato con le sfumature dell'alba: un ultimo sguardo al cielo d' Italia e sono salita sull'aereo.
Strane sensazioni mi riempivano la mente e lo stomaco, eccitazione mista ad agitazione e ancora poca consapevolezza del viaggio che stavo per intraprendere.
Il viaggio verso questo piccolo angolo immacolato, angolo di una terra ancora troppo vittima di differenze e indifferenze. Il viaggio verso gli angeli dal sorriso sincero, il sorriso che solo i bambini sanno portare in viso.
Il viaggio senza l'ansia del ritorno, senza nemmeno il pensiero di un ritorno…
e così adesso mi trovo qui, alla scrivania di questa stanza fin troppo grande, a riflettere su questo immenso progetto e alla sua realizzazione a cui sono veramente fiera di assistere.
Il villaggio cresce ogni giorno nelle sue costruzioni, cresce nei suoi piccoli abitanti che lo animano di gioia vera, cresce con il tempo dei giovani che fioriscono e sbocciano nella loro bellezza, cresce con le donne che saranno chiamate in un futuro non molto lontano a portare il villaggio della gioia fuori dal cancello blu, a portare il loro impegno di mamme ovunque ci saranno figli di povertà e malattia perché ci possano essere altri angeli che ritrovino il sorriso.
È un dono provvidenziale, un privilegio per pochi poter essere qui ad ammirare ogni giorno la vita del villaggio, in ogni istante, in ogni attività.
Ci sono ancora persone che faticano a riporre fiducia in questo progetto, ma dov'è scritto cosa è giusto e adatto fare per una missione? c'è forse un manuale da seguire o è più importante il senso? non è forse più importante sapere che il baba ha ridato a più di 100 bambini una casa e la possibilità di studiare? ha costruito per loro un luogo in cui ritrovare la gioia di essere bambini, quella gioia che stavano perdendo sulla strada, in istituti freddi, in case trasformate in prigioni di violenza e abbandono.
È bene mettere da parte i giudizi e avere fede, fiducia in un uomo che ha dalla sua parte il signore di tutte le genti..quel signore che per primo gli ha dato fiducia facendo in modo che nemmeno il male di un corpo stanco gli impedisse di continuare.
Se gli ha dato fiducia Lui chi siamo noi per dubitare?
Le persone si pongono domande, vedono un villaggio in espansione e pensano alla ricchezza.
Ma qui si fatica per assicurare ai bambini un ritmo di vita mediamente sostenibile: acqua, cibo, materiale scolastico, insegnanti, cuochi..nulla è gratuito e come una grande famiglia anche qui si cerca di non far mancare nulla ai figli.
Questi bambini mangiano riso e fagioli ogni giorno, consumano carne una volta a settimana, la stessa colazione ogni giorno (the e pane) e vivono l'infanzia che hanno avuto la fortuna di riprendersi.
Questo dovrebbe bastarci a capire.
Poi un po' più in là è sorto un convento che ospita 8 ragazze che tra non molto saranno chiamate a prendere il voto dell'amore di madri, speso nell'assistenza e nell'educazione di questi angioletti neri e degli angioletti che il Signore vorrà affidare loro…
ebbene si, finalmente avremo le prime mamme degli orfani a marzo.
Sono davvero emozionata all'idea di partecipare ad un evento tanto importante: vedo queste ragazze lavorare sodo ogni giorno, rendere grazie al signore per averle fatte arrivare qua, studiare e formarsi alla vita consacrata al signore e ai bambini, condurre uno stile di vita semplice ed essenziale..il tutto sempre condito da sorrisi sinceri e dolcezza di spirito.
Mi emoziono quando le vedo accarezzare la testa di un bambino, confortarlo sottovoce se piange, giocare e correre sulla spiaggia, curare le sue ferite.
Mamme non si nasce? io credo di sì, credo che dentro ogni donna si porti un istinto protettivo che in un modo o nell'altro presto si materializza.
Adesso tocca a loro, a loro il compito di andare per le strade del mondo e portare un nuovo messaggio di amore.
Amore incondizionato e voglia di restituire ai bambini abbandonati la dignità e la serenità che meritano.
Ecco cosa conta in un mondo ancora troppo malato di egoismo e disattenzione: conta che ci siano persone che ci credono, che capiscano che il dolore degli altri ci riguarda.
Non è bene stare a guardare indifferenti, è troppo comodo ringraziare Dio per le fortune e cambiare strada o giudicare senza conoscere.
Nel nostro piccolo dimostriamo a noi stessi che il bene ricevuto è servito a qualcosa, mostriamoci capaci e sensibili, crediamo nelle buone opere abbandonando la presunzione di sapere cosa è meglio..chi sa cosa è meglio?
Sono consapevole che la vita non è una passeggiata, ma il tempo che abbiamo qui sulla Terra è tanto breve che mi sembra un peccato sprecarlo pensando solo a noi stessi.
Io sono qui e sono felice di testimoniare che tra canti, danze, corse in bicicletta, problemi quotidiani, disguidi d'Africa, feste e studio, mamme e volontari, c'è qualcuno che ha avuto il coraggio di soffermarsi e darsi da fare… il nostro Baba!
Stefania Lagonigro